News | Mirto, Biccari e Linguaglossa: altri tre Comuni si uniscono a South Working® per diffondere un modello di lavoro sostenibile

Pubblicato
il 1 Dicembre 2021

I Comuni di Mirto (ME),  Biccari (FG) e Linguaglossa (CT) hanno sottoscritto tramite delibera rispettivamente in data 8 ottobre 2021, 8 novembre 2021 e 23 novembre 2021 un protocollo d’intesa con l’Associazione ‘South Working® – Lavorare dal Sud’, nata nel marzo 2020 con l’obiettivo di favorire il ritorno di lavoratori agili altamente qualificati nelle aree marginalizzate del Paese con particolare attenzione al Sud Italia al fine di combattere lo spopolamento rendendo i suddetti territori un polo attrattivo per giovani lavoratori e lavoratrici italiani e internazionali che possano contribuire allo sviluppo e alla crescita dei territori. 

Si allarga così la Rete dei soggetti che hanno sottoscritto con l’Associazione il protocollo d’intesa, uno strumento operativo con cui partner istituzionali come Comuni, Enti, reti di comuni ecc… si impegnano a favorire il ritorno dei lavoratori agili sui loro territori.

South Working® collabora già con oltre 50 realtà su tutto il territorio nazionale dalle quali è possibile lavorare in maniera condivisa. 

“Siamo più che soddisfatti che l’esperienza di South Working® sia condivisa da sempre più Comuni” ha dichiarato il Vice Presidente Esecutivo e Project Manager di South Working® Mario Mirabile, che ha aggiunto: “Questo è un passo fondamentale per la diffusione di una cultura di un modello di lavoro veramente agile e sostenibile per lavoratori e territori”. 

La Presidente di South Working® Elena Militello, ha commentato: “Siamo felici che i Comuni di Biccari, Mirto e Linguaglossa si siano uniti alla nostra già ampia rete di Comuni del Sud Italia che hanno firmato un protocollo d’intesa, uniti dall’obiettivo comune di incentivare il lavoro agile dalle aree interne e dai borghi italiani. Confidiamo che le esperienze di lavoro agile possano moltiplicarsi rendendo chiari a sempre più comuni quali sono i reali vantaggi di un modello lavorativo più sostenibile”.