Report Inapp | Verso lo smart working? / Attualità e prospettive dello smart working.

Pubblicato
il 8 Ottobre 2022

Scarica liberamente i due report Inapp per approfondire le novità sullo smart working e sul futuro del lavoro da remoto.

  1. Verso lo smart working? Un’analisi multidisciplinare di una sperimentazione naturale, a cura di Rosita Zucaro.

    Uno studio interdisciplinare sulla prima diffusione massiva del lavoro da remoto. La metodologia di ricerca seguita si articola in tre macroaree di analisi che osservano il fenomeno da diverse angolazioni (in particolare: giuridica, economica, sociologica, psicologica, statistica).
  2. Attualità e prospettive dello smart working. Verso un nuovo modello di organizzazione del lavoro?, a cura di Tiziana Canal.

    Il rapporto, utilizzando i dati della V Indagine Inapp sulla Qualità del Lavoro in Italia condotta nel 2021, analizza i vantaggi e le potenziali criticità dello smart working, grazie a quanto dichiarato dai lavoratori e dalle imprese.

Di seguito la presentazione dei due Report tenutasi a Benevento il 29/10/2022 con gli interventi di: Rosita Zucaro, Tiziana Canal, Luisa Corazza, Roberta Roberto, Alessandro Ramazza, Mario Mirabile (South Working), Giovanni Scansani, Gaetano Natullo.

Pubblicato
il 16 Giugno 2022

di Valentina Boschetto Doorly

Si stanno muovendo a decine, a centinaia, a migliaia: caricano tutto ciò che hanno sulla macchina e si trasferiscono per sempre in cima a un monte, in mezzo a una vallata, al margine di un bosco, in un borgo solitario. Alle spalle si lasciano le grandi città con le loro mille luci e i loro mille rumori, le strade congestionate da un traffico senza inizio né fine, l’aria condizionata degli uffici, gli avocado toast, i miniappartamenti dai prezzi insostenibili. è il grande ritorno collettivo verso la terra; e sta avvenendo proprio qui, ogni giorno, sotto i nostri occhi. Valentina Doorly esplora la migrazione dalle città verso le campagne, le montagne e i borghi isolati che sta interessando il nostro contemporaneo. Un movimento non strutturato nato come reazione alla sempre più soffocante vita metropolitana e alle problematiche ambientali che essa comporta: dai Nuovi Coloni, che uniscono l’agricoltura sostenibile all’innovazione tecnologica e vivono tra serre idroponiche e urban farming, ai Nuovi Highlander, che hanno trovato casa sulle Alpi, a oltre mille metri di altezza; da chi dopo anni di lavoro in città ha scoperto il proprio futuro in un paesino da ripopolare, fino ai Turisti Verticali, che rifuggono il turismo mordi e fuggi nelle mete da cartolina e si dedicano a un viaggiare lento, attento alla cultura locale, ai luoghi marginali, agli incontri lungo la via; fino ai Woofers, che vanno in villeggiatura partecipando al lavoro della comunità ospitante. “La terra chiama” è un’affascinante fotografia delle pratiche di rottura con lo stile di vita urbanocentrico e insieme un invito all’azione, con proposte operative per attuare il cambiamento. Un modo per ricordarci che un’esistenza diversa è una possibilità più che concreta; e che, in certi momenti, l’unico modo per andare avanti è tornare alle proprie radici.

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Pubblicato
il 25 Marzo 2022

di Marina Penna, Bruna Felici, Roberta Roberto, Marco Rao, Alessandro Zini (ENEA)

Il presente rapporto descrive i risultati della prima indagine nazionale rivolta ad amministrazioni ed enti pubblici che hanno avviato forme di lavoro a distanza. A livello individuale sono state esplorate la sfera lavorativa, familiare e personale, le relazioni, la domanda di mobilità mentre dell’organizzazione sono state indagate le diverse fasi di sviluppo e diffusione delle modalità di telelavoro e lavoro agile. Per la molteplicità degli ambiti che indaga, l’indagine rappresenta un caso studio di policy integrata che si rivolge agli ambiti del lavoro, dell’innovazione organizzativa della PA, del benessere organizzativo delle persone e dello sviluppo sostenibile delle città. Per valutare gli effetti ambientali della mobilità evitata è stata sviluppata una metodologia che ha consentito di stimare i potenziali di contenimento di consumi e di emissioni di gas serra e di inquinanti atmosferici. I risultati complessivi dell’indagine descrivono un processo dinamico che inizia a ripensare anche le procedure e gli strumenti dell’azione amministrativa, all’interno del quale il rapporto con i dipendenti viene posto sempre più al centro della progettazione. L’aumento della quantità e qualità del tempo dovuta al venir meno degli spostamenti casa-lavoro, mette le persone in grado di sperimentare nuove forme quotidiane di ri-sincronizzazione degli impegni lavorativi con le esigenze familiari e personali. I risultati mostrano che le organizzazioni e le persone escono rafforzate dalla nuova visione con una generale crescita dell’efficienza, della produttività e della soddisfazione anche se permangono diverse fragilità e resistenze che richiedono l’attivazione di ulteriori strategie di intervento.

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Pubblicato
il 13 Marzo 2022

di Santo Milasi, Ignacio González-Vázquez, Enrique Fernández-Macías (OECD)

This paper provides an overview of the trends and differences in the prevalence of telework across EU countries, sectors and occupations before the outbreak of the COVID-19 pandemic. Descriptive evidence shows that before the outbreak telework was more widespread in ICT- and knowledge-intensive sectors, and generally for high-skilled workers, although with big differences across EU countries. In fact, as shown in this paper, the prevalence of telework varied considerably across countries even within the same sector and occupational group. This suggests that, beyond differences in the industrial and occupational structure of employment, other factors, notably related to differences in organisation and management cultures, contribute to explaining the varying prevalence of telework in the EU. As a result of the outbreak-induced requirements to work from home, differences in telework uptake across countries, sectors and job profiles have likely narrowed in recent months. Yet, if past trends are a guide, the ability to further scale up telework in the future without hampering productivity may remain unevenly distributed in the EU.

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Pubblicato
il 12 Marzo 2022

di Isabelle Hansez (Université de Liège), Laurent Taskin (Louvain School of Management et CIRTES/LOURIM (UCLouvain)), Jacques-François Thisse (UCLouvain et École nationale des Ponts et Chaussées)

Le «south working» ou un renouveau de la périurbanisation

…On a vu que la localisation de l’emploi influence souvent le choix d’un logement. Le télétravail à temps complet, mais aussi, dans une moindre mesure, celui à temps partiel, rend ce lien obsolète puisqu’il est possible de travailler partout, à condition du moins de bénéficier de très bonnes connexions Internet. De fait, on observe déjà des mouvements de travailleurs vers des régions éloignées de leur anciennes résidences. Leurs nouveaux logements sont souvent situés dans des régions où les terrains sont beaucoup moins chers, ce qui permet aux ménages de profiter de logements plus spacieux. Ces nouvelles localisations peuvent être situées dans des régions dont les travailleurs sont originaires et où séjournent encore des membres de leurs familles. D’autres souhaitent profiter d’un environnement naturel moins stressant que dans une grande ville, voire d’un climat plus agréable. C’est ainsi que l’appellation south working ou nomadisme numérique est apparue lorsque des salariés italiens sont retournés vivre dans le Mezzogiorno et que des travailleurs américains partaient vers la Floride.

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